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Glicemia, iperglicemia, diabete: facciamo chiarezza

Glicemia, diabete, zuccheri, iperglicemia e insulina: una serie di parole che spesso vengono confuse tra di loro. Quanto spesso sentiamo dire: ha il diabete alto? Quanto spesso ci siamo chiesti cosa fosse l’insulina? Vediamo insieme questi concetti uno per uno, in modo da renderli chiari e comprensibili.

Iniziamo dalla glicemia…

La glicemia è il valore fondamentale che si misura sempre in caso di diabete e che viene in generale controllato nella popolazione sana con esami del sangue di routine, per prevenire e intercettare per tempo eventuali problemi metabolici. Si tratta di un valore che ci dice quanto zucchero (glucosio) abbiamo nel sangue; zucchero che arriva dalla digestione di una particolare classe di macronutrienti, i carboidrati.

Lo zucchero nel sangue deve essere presente entro certi livelli ed è fondamentale per fornire energia alle cellule del nostro corpo: senza zucchero non potrebbero funzionare. Livelli troppo alti e troppo bassi di zucchero causano importanti problemi di salute e vanno evitati.

In particolare, l’iperglicemia si ha quando nel sangue troviamo valori di glucosio più alti rispetto agli standard di riferimento (pari a 60 mg/dL – 100 mg/dL).

Questo evento si verifica perché il nostro organismo non riesce a regolare da solo il livello di glucosio: l’ormone responsabile di tale regolazione – l’insulina – non è prodotto in quantità sufficiente oppure non funziona. A questo punto possiamo iniziare a parlare di diabete o rischio di diabete.

Cos’è il diabete?

Come abbiamo visto, il diabete è una condizione o malattia a causa della quale il nostro organismo non è capace di regolare i livelli di glucosio nel sangue. In caso di diabete la glicemia resta alta, sopra i valori standard di riferimento, sia a digiuno sia dopo un pasto. L’iperglicemia quindi diventa cronica. Non esiste un solo tipo di diabete. Vediamo le differenze.

Diabete di tipo 1: è un tipo di diabete genetico, diagnosticato anche in bambini e adolescenti e che più raramente compare solo in età adulta. Il sistema immunitario agisce contro il nostro stesso organismo, distruggendo le cellule presenti nel pancreas e responsabili della produzione dell’ormone deputato alla gestione del glucosio, l’insulina. L’insulina non viene prodotta e quindi non può andare ad abbassare la glicemia.

Per questo, i pazienti con diabete devono assumere l’insulina dall’esterno, in modo da controllare la glicemia ed evitare lo stato di iperglicemia cronica. Questi pazienti devono prestare attenzione anche all’alimentazione.

Diabete di tipo 2: è un diabete più comune, dovuto sia a una predisposizione genetica sia a uno stile di vita poco salutare, spesso associato a obesità e disturbi metabolici. In questo tipo di diabete l’insulina è presente ma non viene utilizzata nel modo corretto (si parla di insulino-resistenza quando le cellule hanno una bassa sensibilità all’azione dell’insulina, tipica dei soggetti sovrappeso e con obesità) oppure ne viene prodotta troppo poca. Il risultato è sempre uno scarso o nullo controllo della glicemia, con conseguente iperglicemia cronica.

Altri tipi di diabete: il diabete gestazionale colpisce alcune donne durante la gravidanza, ma ci sono anche forme tipiche dell’anziano e forme legate a malattie del pancreas o all’uso di farmaci.

Riassumendo, quindi, possiamo dire che la glicemia è un valore che indica la quantità di zuccheri nel sangue mentre il diabete è una malattia o condizione in cui la glicemia è costantemente elevata a causa di una disfunzione nel metabolismo del glucosio. L’iperglicemia è l’aumento temporaneo dei livelli di zucchero nel sangue oltre i valori normali, mentre il diabete è una condizione caratterizzata da iperglicemia cronica.

Qual è il primo campanello d’allarme dell’iperglicemia?

Valori di glicemia tra 100 e 125 mg/dL possono essere indicativi di un rischio di sviluppare il diabete. Livelli più alti, come una glicemia a digiuno di almeno 126 mg/dL o una glicemia a qualsiasi ora della giornata di 140-200 mg/dL, possono essere indicativi di diabete.

Iperglicemia e diabete: un legame obbligatorio?

Se è vero che il paziente con diabete ha uno stato cronico di iperglicemia, non è altrettanto vero che l’iperglicemia sia sempre associata al diabete. Questa condizione, se persiste, può aumentare il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, specialmente in presenza di altri fattori di rischio come sovrappeso, cattiva alimentazione o mancanza di attività fisica. Pazienti che modificano il loro stile di vita, aumentando l’attività fisica e migliorando l’alimentazione possono sovvertire la loro condizione, mantenendo sotto controllo la glicemia ed evitando il diabete di tipo 2.

È sempre importante monitorare i livelli di glicemia, soprattutto se ci sono sintomi o fattori di rischio, e consultare un medico per una valutazione più dettagliata e per eventuali raccomandazioni sulle modifiche dello stile di vita o sul trattamento.

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