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Il ruolo del picco glicemico postprandiale nella gestione della propria salute

La glicemia è un parametro fondamentale per la nostra salute: non soltanto in caso di diabete, ma più in generale come fattore di rischio per l’insorgenza di malattie metaboliche e cardiovascolari.

Tenere sotto controllo la glicemia e intervenire quando i valori non rientrano nel range è una forma di prevenzione per la propria salute e il proprio benessere.

La glicemia, ovvero la quantità di zucchero nel sangue, può essere controllata e misurata sia a digiuno sia con un test che simula il valore post-prandiale attraverso l’assunzione di una soluzione di glucosio. Questo test permette di valutare come il nostro organismo reagisce all’ingresso degli zuccheri introdotti con l’alimentazione e se sia in grado di far fronte al picco glicemico.

In una persona sana, dopo un pasto abbondante, la glicemia aumenta a causa della digestione dei carboidrati: nel sangue si riversa il glucosio che aumenta rapidamente e in quantità elevate in relazione al tipo di pasto. A questo punto interviene l’insulina per favorire il passaggio di glucosio nelle cellule dove verrà utilizzato come fonte di energia.

In caso di prediabete – una condizione caratterizzata da una glicemia alta, ma non abbastanza da essere classificata come diabete – e di diabete, il paziente manterrà la glicemia alta, superiore al valore di riferimento per la glicemia postprandiale, con conseguenze dannose per l’organismo.

Alimentazione e picchi glicemici

Il picco glicemico è tanto più alto e veloce quanto più assumiamo carboidrati semplici – dolci, zucchero, frutta, bibite – o complessi ma con un alto indice glicemico, ovvero che vengono digeriti rapidamente e hanno un comportamento molto simile a quello del glucosio puro (pane bianco, riso, birra).

Se insieme ai carboidrati mangiamo anche proteine, fibre e grassi, la digestione avviene più lentamente e anche il glucosio aumenterà in modo più graduale.

I picchi glicemici e il mancato controllo della glicemia postprandiale possono contribuire nel tempo all’insorgenza del diabete di tipo 2; inoltre l’iperglicemia post-prandiale è notoriamente riconosciuta come un fattore di rischio cardiovascolare anche in individui non diabetici e livelli elevati di zucchero nel sangue dopo i pasti sono associati a una maggiore incidenza di malattie cardiovascolari, aumentando il carico di stress sul sistema cardiovascolare.

Controllare i picchi glicemici

La glicemia dopo un pasto aumenta fisiologicamente, ed è utile per fornire energia alle cellule.

Quello che non deve accadere o che è meglio mantenere sotto controllo è l’aumento repentino ed elevato di zuccheri nel sangue con conseguente incapacità dell’organismo di farvi fronte: per questo si registrano valori di glicemia postprandiale più alti rispetto allo standard di 140 mg/dL.

Inoltre, in soggetti sani nei quali interviene l’insulina, avere picchi frequenti può comprometterne la funzionalità, e può dare origine al prediabete, al diabete e a problemi cardiovascolari.

Per controllare i picchi è fondamentale intervenire sull’alimentazione, scegliendo alimenti a basso indice glicemico, in giuste quantità e accompagnati da grassi, fibre e proteine. Inoltre, è possibile intervenire attraverso l’esercizio fisico e all’occorrenza anche con integratori alimentari e farmaci. Agire sulla glicemia post-prandiale è un’importante strategia per ottenere un controllo glicemico ottimale, indipendentemente dal controllo della glicemia a digiuno: l’obiettivo è quello di mantenere la glicemia nel range definito come standard per più tempo possibile, evitando i picchi.

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